Il viaggio perfetto esiste?
Una newsletter in controtendenza per parlare (anche) di viaggi e estati imperfette. Voi come ve la siete cavata?
Ciao,
Come state?
Nota introduttiva: da settembre la newsletter di Elimeli • Blog di Viaggi si è spostata su Substack.
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Passato il periodo delle grandi ferie, il mood è più o meno quello dei “bilanci di fine estate”. I feed dei social — almeno i miei — zeppi di foto e video di viaggi conclusi da poco, la maggior parte dei quali entusiasmanti, traboccanti di bellezza. Ma come avrete capito dal titolo, per questa newsletter io ho deciso di soffermarmi invece sull’imperfezione: credo sia utile lasciarle spazio per umanizzare il concetto di viaggio. Anche se per la maggior parte di noi viaggiare resta un evento d’eccezione durante l’anno, piuttosto che la regola, penso che portarlo a un livello di normalità sia utile per affrontare gli imprevisti e (talvolta) anche la frustrazione che può derivarne. Quando ci si trova lontani da casa e le aspettative sulle vacanze sono alte, qualche falla nel sistema può diventare difficile da gestire, perciò mi son detta: parliamone!
Qualche tempo fa avevo raccolto sul blog una serie di disavventure più o meno clamorose che mi sono capitate in viaggio, ma siccome nel frattempo la lista si è allungata ho deciso di rispolverare l’argomento e di chiedere ad alcuni amici blogger di raccontarmi anche qualcuno dei loro intoppi.
Daniele & Marilena, Cristina e Luca non si sono fatti pregare e anzi, anche loro in viaggio si sono trovati in alcune situazioni che avrebbero potuto creare qualche agitazione. A cominciare dall’ansia da partenza, come raccontano Daniele e Marilena di Five in Travel, che oltre a quella hanno dovuto gestire un imprevisto di cui portano ancora… i segni.
L’ansia di dimenticare di mettere qualcosa in valigia e soprattutto la paura che possa capitare qualcosa durante il viaggio non ci fanno chiudere occhio nei giorni che precedono una nuova vacanza! Se una lista ben fatta ci viene sempre in aiuto per affrontare il primo problema, per superare il secondo invece non si può fare altro che stipulare una buona assicurazione e fare tutti gli scongiuri del mondo! Talvolta accendere il proverbiale cero o toccare ferro purtroppo però non sono sufficienti e così una vacanza nata con i migliori auspici si può trasformare in un piccolo e doloroso incubo.
Qualche anno fa avevamo scelto di concederci due settimane a Marsa Alam in Egitto per soddisfare un desiderio della metà maschile dei Five in Travel: fare kite-surf sulle splendide acque del Mar Rosso! Un programma niente male, se non fosse per un piccolo particolare: un incontro poco piacevole tra il ginocchio sinistro di Daniele e un simpaticissimo corallo adagiato a pochi passi dalla riva. Tutto ad un tratto le acque del Mar Rosso sono diventate rosse in senso letterale e la “vacanza tutta adrenalina” che avevamo in programma si è trasformata in una “vacanza terza età” grazie a sette punti di sutura, una massiccia dose di antibiotici e parecchi giorni di convalescenza sotto l’ombrellone. Nonostante tutto, armati di tanta pazienza e di improbabili fasciature water-resistant, siamo riusciti a goderci questa insolita vacanza e la ricordiamo con un sorriso guardando “l’autografo” del corallo egiziano!
Farsi male o ammalarsi in viaggio è una delle cose più seccanti, e soprattutto nell’era post pandemia potrebbe causare qualche problema in più. Ne sappiamo qualcosa anche io e Luca: il giorno dopo essere atterrati a Bangkok, la scorsa primavera, Luca si è ritrovato con oltre trentotto di febbre e una pesante tonsillite a causa della temperatura polare nella metropolitana della capitale. Purtroppo in molti Paesi del sudest asiatico infatti l’aria condizionata a manetta miete spesso vittime occidentali a colpi di febbre, influenze e maledizione del viaggiatore, rischiando di mandare all’aria le vacanze e qualche problema in più se ad esempio bisogna anche prendere un volo interno durante il viaggio. Meglio consultare il medico di base prima di partire e farsi prescrivere le medicine da portare in viaggio per curare influenza, problemi intestinali, alle vie urinarie o altre infezioni. Il nostro medico non lesina in questi casi, anzi: io e Luca eravamo ben forniti di antibiotici e siamo riusciti a visitare Bangkok e proseguire il nostro itinerario in Thailandia senza grandi intoppi. Avere un “kit farmacia” di base è utile per risparmiarsi visite mediche all’estero almeno per i disturbi più comuni. Ma nel caso non sia sufficiente, è indispensabile essere coperti da una buona assicurazione di viaggio, che serve anche per altri tipi di guai.
A tal proposito, ecco il racconto di Cristina, anima e scrittrice di Folletti in Viaggio e vulcanica organizzatrice di on the road; Enrico, appassionato di montagna e trekking e paziente fotografo di viaggio e Mattia (il folletto più giovane) che, in tutta la sua fase adolescenziale, si rifiuta di fare qualunque esperienza anche se in passato ha sostenuto viaggi in tutto il mondo con carica ed entusiasmo.
Il nostro racconto parte dalla Florida e precisamente da Miami. Io e Enrico arriviamo di notte, ritiriamo l’auto ma purtroppo non riusciamo a far partire il navigatore. In qualche modo arriviamo in hotel a Miami Beach e il giorno dopo, per rilassarci dopo il lungo viaggio, decidiamo di trascorrere il pomeriggio alla Venice Pool, una delle piscine più famose della città. Mentre siamo dentro però qualcuno apre la nostra auto a noleggio e ruba quello che avevamo dentro (poche cose). Usciamo e appena scoperto l’accaduto facciamo chiamare la polizia, e qui comincia il bello. Arriva un poliziotto con la pancia stile “migliori film americani” masticando tabacco e sputando dappertutto, ci guarda e ci dice: “Dobbiamo chiamare C.S.I.!”. Noi ridiamo a crepapelle perché era la stagione cult della serie in Italia e pensavamo ci prendesse in giro. Invece no, ci guarda serio e roba che non ci mette in galera noi perché abbiamo riso. Dopo un po’ arriva il furgoncino di C.S.I. (giuro) e prende le impronte (su una macchina a noleggio?!) e ci porta alla centrale di polizia. A me pareva davvero di essere in un film americano, Enrico sconvolto che non sapeva se ridere o preoccuparsi… ma alla fine tutto risolto per fortuna! Le poche cose rubate ce le ha rimborsate l’assicurazione e questo episodio surreale rimarrà per sempre nella nostra memoria.
Anche la disavventura di Luca, alias Un veneto in viaggio, ha come scenario proprio la Florida. Anche lui la prende con filosofia.
L'imprevisto di viaggio è una parte complementare del viaggio stesso. E anche a me è toccato un bell'imprevisto, durato per l'esattezza 13 giorni, tanto quanto il mio viaggio in Florida insieme alla mia compagna. Ero a Vienna in aeroporto: mentre ero al telefono e portavo le valigie, mi sono caduti gli occhiali da vista e si sono schiantati a terra frantumando una lente in mille pezzi. Avrei dovuto guidare per le strade d’America per tutto il viaggio: come avrei fatto, visto che non vedo da lontano e non avevo occhiali di riserva? Di giorno non si poneva molto il problema. Ma di notte era terribile: fastidio agli occhi, difficoltà nel vedere e qualche lacrima causata dalle luci notturne. Come ho risolto? La mia compagna ha fatto da navigatore per 2500 km. “Occhio alla rotonda! Quello sta frenando! Il cartello dice gira a destra” - ma lei confonde ancora destra e sinistra… “Quindi dove vado?” “Di là!” “Di là dove?” “Ehm...dovevi uscire là…”.
Le comiche. Insieme però ce l'abbiamo fatta e siamo riusciti a goderci tutto il viaggio lo stesso, in particolare Miami in una settimana. Per fortuna tutto è andato bene, ma a voi suggerisco caldamente di partire con un paio di occhiali di riserva! 😅
Le disavventure non mancano dunque e anzi, mi piace raccontarle anche per togliere un po’ di patina dorata ai viaggi: credo li rendano molto più interessanti di un itinerario in cui va tutto liscio. E poi da ogni imprevisto si impara sempre qualcosa secondo me :)
Voi che ne dite? Se vi va di raccontarmi un intoppo o qualcuno dei vostri “fuoriprogramma” vi invito a lasciare un commento qui sotto!
A presto
Elisa