Ciao,
come state?
Vi scrivo appena rientrata dalla fiera del turismo di Rimini, esausta da un viaggio della speranza in treno e da un tour de force gratificante quanto faticoso. Due giorni fra gli stand per cercare destinazioni nuove per i prossimi viaggi e incontrare professionisti del settore, amici blogger e creator. Tutti viaggiatori, prima che colleghi o partner con cui collaborare. Tante chiacchiere, risate, idee e una gran voglia comune di pensare già alle prossime mete. Due giorni così mi hanno riempita di entusiasmo, sono tornata a casa stremata eppure carica di energia. Mi sono messa a scrivere come una pazza per iniziare a raccontarvi il viaggio in Indonesia fatto il mese scorso, di cui forse avrete visto qualche racconto nelle stories di Instagram (se ne avete persa qualcuna, sono salvate in evidenza sul mio profilo).
Questa newsletter la dedico quindi ai compagni di viaggio della Thailandia e agli altri colleghi ritrovati a Rimini, che mi hanno dato energia e positività in un momento in cui ne avevo davvero bisogno. In ordine alfabetico: Alberto, Alessandro, Anna, Erika, Federica, Gaia, Giada, Mario, Mimì, Selena, Silvio, Valentina. E Luca, sempre al mio fianco, che si è fatto anche lui dodici ore di treno per incontrarli tutti. Grazie.
Insieme abbiamo anche ballato. È stato bellissimo.
A Ubud non si balla
A settembre sono partita per l'Indonesia pensando “Questa volta in vacanza voglio andare a ballare almeno una volta”. Mentre pianificavo il viaggio mi ero fatta l'idea che a Bali avrei trovato ogni genere di locale, dal latino americano alla musica house che ho sempre adorato (giuro che è vero :D ). Puntavo in particolare su Ubud, la Mecca indonesiana per expat e nomadi digitali d'occidente.
E invece no, a Ubud non si balla. O se si fa, io non ho trovato dove. Nei pochi locali in cui sparano musica house a volume altissimo, tutti stanno seduti al tavolo e chiacchierano, fumano, bevono latte di cocco o cocktail occidentali.
La nottata in pista è l'unica voce che non ho depennato dalla to-do-list a Giava e Bali. Avventura, fatto. Spiritualità, fatto. Posti instagrammabili, fatto. Perdere un aereo, fatto.
Vi racconto un po' di questo viaggio, ma non è che l'inizio.
Polvere di vulcano
La trovo ancora in qualche tasca, sotto le solette delle scarpe da trekking, qualche granello agli angoli della montatura degli occhiali. Lascia le mani sporche come il gesso, ma nere, odorano di bruciato e zolfo.
I due trekking notturni per vedere l’alba sui vulcani a Giava sono stati una delle esperienze più sconfortanti, faticose e indimenticabili del viaggio. Ripenso alle due nottate fra vento gelido e sabbia per vedere sorgere il sole sui vulcani Bromo e Ijen, alla giacca troppo leggera, alla cuffia e ai due cappucci sopra che nemmeno tutti insieme erano sufficienti a ripararsi dal freddo. Alle nuvole bianche e morbide che però sprigionano odore di uovo marcio; con le prime luci del giorno aggiungono alle foto colori e tridimensionalità al paesaggio, già di per sé surreale.
Nonostante la sabbia negli occhi e sotto le unghie, anche quelle cortissime dei piedi, le mani paonazze per il freddo, le folate d’aria che ti spostano se rilassi troppo le gambe, un paesaggio così riempie di tutto ciò che manca. Non è vero che mentre si è lì ci si dimentica del disagio fisico, col cavolo che si dimentica. Anzi, l’asprezza dell’ambiente lo ribadisce. Eppure ti rimette a posto con te stesso, con il mondo, almeno per un momento, almeno finché l’emozione di quel paesaggio rimane nel petto. Per fortuna non passa così in fretta.
Creazione e distruzione
Non avevo mai realizzato sul serio la forza creatrice dei vulcani, né potuto immaginare come un cratere e un monte coperto di foresta tropicale potessero convivere così vicini. Eppure il Gunung Batok, una montagna, si erge verde e florida accanto al cratere del Bromo.
Dopo aver visto l’alba dalla collina di fronte, si scende in jeep sulla spianata sottostante e infine la si attraversa a piedi per raggiungere il bordo del vulcano. Man mano che ci si avvicina, e ancor più mentre si salgono le scale verso il cratere, i colpi di tosse diventano più frequenti per l’aria sulfurea e la polvere. Arrivati in cima sembra di guardare nel ventre pulsante della terra. Lassù sentivo di essere di fronte a una delle forze più grandi del mondo. Mi sembrava di stare di fronte a una enorme divinità creatrice e irascibile.
Finzioni balinesi
Specchi sotto l’obiettivo dello smartphone per creare un riflesso impossibile, maschere che battono i denti a ritmo di musica, abiti rossi svolazzanti su un orizzonte tropicale. Bali è finzione e artificio, per divertire o compiacere. Occidentali che si fanno foto in serie per pubblicarle su Instagram si mischiano a tradizioni locali o cerimonie durante le quali gli induisti portano i simboli religiosi cittadini in templi come il Tirta Empul, veneratissimo, per benedirli e portare offerte agli dei.
L’industria turistica purtroppo ha già trasformato alcuni dei templi più belli di Bali in luoghi del ridicolo, a mio modo di vedere, in cui i locals hanno — buon per loro — trovato il modo di guadagnare aiutando noi occidentali a portare a casa scatti perfetti con cui nutrire gli algoritmi. I balinesi sono disponibili e preparati, abili nel cogliere le tendenze dei social media e molto ben equipaggiati. Per tutto il tempo io però non ho potuto fare a meno di chiedermi cosa pensassero di noi che facevamo letteralmente la fila per fare le foto tutti negli stessi posti, con pose e inquadrature identiche.
Gentilezza indonesiana
La gentilezza dei giavanesi e dei balinesi però è sincera e senza prezzo, come quella che si incontra in altri Paesi asiatici. Noi occidentali spesso ci stupiamo di questo, immersi come siamo in una società della performance in cui la gentilezza è talvolta tutt’altro che disinteressata.
L’ultimo giorno a Bali io e Luca siamo usciti presto dall’albergo per andare a fare delle foto fra le risaie di Ubud. Bastano pochi chilometri di cammino per passare dal traffico pazzo e assordante della città a distese di risaie e case isolate, dove il silenzio è sovrano e la vita segue il ritmo di un’altra epoca.
Ogni risaia ha il suo piccolo altare, dove i contadini ogni mattina portano piccole offerte per ringraziare gli dei e pregare per la buona riuscita del raccolto. Portano incenso, fiori, frutta, riso, qualche sigaretta, caramelle, merendine. La signora che abbiamo incontrato quella mattina aveva un cesto con le offerte, le ho chiesto se potevo farle una foto. Volevo tornare a casa da Ubud con quell’immagine come “promemoria” di semplicità. Le ho mostrato lo scatto e abbiamo scambiato qualche parola. Lei ha ringraziato me per averle fatto la foto e per esserci fermati a parlare con lei. Capite. Poi ha preso quattro piccole banane e un mandarino dal cesto delle offerte per l’altare e ce le regalate.
Ecco, per tutto questo l’Asia è una dipendenza da cui non voglio guarire.
🔗 Tips & Links
Sul blog trovate ora i primi due articoli su Bruges in Belgio: come arrivare dall’Italia con un volo low cost e cosa vedere in città.
Per salvare i posti da vedere quando viaggio, io uso molto i luoghi salvati di Google Maps. Avete mai provato?
App indispensabili per chi vuole organizzare un viaggio indipendente a Giava e Bali: Grab, GoJek e MyBluebird, i servizi di taxi per muoversi sulle isole. Ne riparleremo meglio sul blog, ma intanto appuntatevele.
Destinazioni per l’autunno
Venezia e la laguna: cosa vedere in un weekend e una giornata fra le isole di Murano, Burano e Torcello.
Cinque musei di Amsterdam da non perdere durante un weekend in città
Le tre case di Gaudí più belle di Barcellona (secondo me).
Sconti e altri siti utili
Se avete seguito le stories indonesiane sapete che quando siamo partiti abbiamo perso un volo in coincidenza a Giakarta e abbiamo dovuto riorganizzare una parte del viaggio (già pagato). In queste situazioni essere coperti dall’assicurazione viaggi è indispensabile come potete ben immaginare, perciò se avete qualche partenza in programma, qui per voi c’è il 10% di sconto immediato con Heymondo, con cui io la faccio già da anni. Lo sconto è valido per tutte le polizze: viaggio singolo, lunga permanenza e copertura annuale.
Altri siti amici che vi segnalo:
Get Your Guide per prenotare visite guidate, tour e attività in viaggio. Recentemente io con loro ho fatto dei tour guidati a Venezia (ve ne parlo qui), Bruges e Bali. Ottima organizzazione.
Un nuovo servizio di transfer da/per gli aeroporti che ho provato quest’estate: Flibco. Qui potete dare un’occhiata ai collegamenti in Italia ed Europa: ci sono tantissime destinazioni.
Per oggi è tutto. Un abbraccio,
Elisa
Io sono Elisa Malisan, e questa è la newsletter del mio blog di viaggi. Sono esperta di viaggi in sudest asiatico, indipendenti e talvolta insoliti. Amo la natura, la montagna, le città d'arte. Marketing e communications manager di professione, viaggio e scrivo, non sempre in quest'ordine.
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