Quando rientro da un viaggio certe volte vorrei chiudermi in una stanza e mettermi a battere le dita sulla tastiera fino allo sfinimento. Altre invece mi serve tempo per iniziare a scrivere, o a raccontare ad altri. Con l’Indonesia è andata così infatti. Ho avuto (ho ancora) bisogno di tempo per elaborare questo viaggio, di cui credo di aver colto alcuni significati solo dopo diverse settimane dal rientro. Ho visto tanto, eppure non sono riuscita a saziarmi della natura selvatica di Giava, della forza paurosa che emanano i vulcani, dell’odore di terra e lava e dell’aria che puzza di zolfo. Né della gentilezza degli indonesiani, che hanno saputo addolcirmi e darmi fiducia nuova nel genere umano, dopo periodi di grande arsura. Peccato che una volta tornati in Occidente poi l’effetto si stemperi e presto si provi, di nuovo, una lacuna per la mancanza di gentilezza.
In verità è anche difficile partire senza la tensione e il pregiudizio di chi, nelle grandi città e talvolta anche in quelle piccole, sui mezzi pubblici stringe l’iPhone in mano dentro una tasca, sapendo che troppa leggerezza si potrebbe tradurre in una tasca vuota. E in Oriente per abbandonare quella tensione ci vuole un attimo. Da turista magari sei sospettosa, soprattutto i primi giorni: temi che ogni tassista, guida o venditore possa ingannarti, sviarti da dove stai andando per portarti nel negozio del cugino che ha la sorella in Italia e vuole venderti una maschera in legno facendo la cresta sul prezzo. O truffarti in qualche altro modo. Poi capisci che capita, è vero, ma non è sempre così, che se una persona ti regala un sorriso, un mandarino o una chiacchiera non è per forza perché poi vuole qualcosa in cambio. E tu ti vergogni con te stessa per essere stata malfidata.
È che a casa tocca quasi farne un’abitudine, anche non volendo. Forse è colpa dei ritmi martellanti della società, o del fatto che nella nostra cultura siamo in buona parte educati/indotti a inseguire vantaggi e successi individuali quasi ad ogni costo, così anche l’essere gentili passa in secondo, quinto, ultimo piano. Non so, di fatto più metto piede in Asia, più vorrei che la gentilezza senza interesse fosse un’abitudine più diffusa in Occidente.
E poi c’è la natura. Con le sue distese nere, scosse a intervalli dal ventre della terra e bruciate da strati di lava, apparentemente aride, l’Indonesia mi ha lasciato un senso di grande dolcezza. Sui fianchi di montagne e colline laddove c’è stato fuoco, cresce vita.
Fiori coloratissimi anche in territori totalmente inospitali, cespugli e alberi abitati da insetti e rettili, accarezzati da farfalle e uccelli, sbattuti da un vento talvolta furibondo e gelido. Per quanti video tu possa guardare prima di partire, non puoi immaginare com’è davvero, come ti sentirai lì, fra albe e tonalità della terra che pensi non siano possibili senza un filtro di Photoshop. E invece.
Fatico a trovare un filo logico per raccontare l’Indonesia, infatti ci sono voluti quasi due mesi per mettere insieme il primo contenuto dedicato a questo viaggio. Ne è uscito uno di quegli articoli pratici e densi che dovrebbe aiutare voi a organizzarne uno vostro. Dategli un’occhiata sul blog, se all’Indonesia ci stavate già pensando. Altrimenti, tornateci dopo e andate avanti con questa newsletter.
Il fatto è che più viaggio più mi rendo conto che quando sei via e vuoi vedere tutto finisci per correre una maratona senza senso. Invece solo quando tenti di vedere meno cose per poterti soffermare, per osservare, assorbire, mescolare la tua esperienza con la quotidianità di un altro popolo, il viaggio diventa viaggio davvero. Secondo me c’è un momento esatto in cui la fretta di vedere e fare si attenua: quello in cui cominci a camminare in una città senza bisogno di Google Maps. Basta rallentare. Anche se sei consapevole di rimanere tale, ti senti un poco meno turista, saluti la signora al mercato che ti vende la frutta da qualche giorno, vai al mini market e sai dove sono i fazzoletti di carta o le tue arachidi preferite. Il tuo host ti chiede cosa hai fatto durante il giorno e ti suggerisce un posto che a lui piace tanto, e non è scritto sulla Lonely Planet. Ma troppo spesso quel momento coincide con quello esatto in cui devi proseguire per la tappa successiva, o riprendere un aereo e tornare. È snervante, non trovate?
Nella prossima newsletter voglio raccontarvi ancora un capitolo di quest’Asia, sul perché per me è così seducente nella sua diversità. Magari vi vien voglia di andare in uno di questi posti.
Ma torniamo a un presente più tangibile
Questo mese forse in molti siamo sintonizzati su altri fusi orari e destinazioni più prossime, o magari sulle frequenze delle radio che al supermercato suonano canzoni di Natale a manetta e ci propinano cataste di panettoni già da diverse settimane. Per tenere a bada la palpebra che vibra io mi sto concentrando su un prossimo weekend lungo in nord Europa e aspetto le promozioni per il Black Friday che arriveranno dal settore viaggi. Tenete d’occhio la mail, che appena posso ve le mando con questa newsletter.
Anzi, visto che probabilmente ci saranno diverse promo, iscrivetevi al canale Whatsapp, che appena mi arrivano condivido lì gli sconti. È più immediato.
La fine dell’autunno a me mette una gran voglia di girar per musei e città d’arte in Europa. Tra le città in cui sogno di tornare in autunno ci sono sempre Amsterdam, Porto e perché no, anche Bruges, dove sono stata da poco ma che varrebbe la pena vedere in questo periodo. Di articoli ne ho scritti diversi a tal proposito, dai classici cosa fare e vedere a itinerari più articolati. Ve li lascio qui di seguito, insieme a qualche altro spunto di lettura per un viaggio culturale. Si sa mai che vi tornino utili.
Consigli sulla card dei musei di Amsterdam
Trasporti e mezzi pubblici di Amsterdam, Porto e come arrivare a Bruges: tutto ciò che vi serve sapere prima di andare
E poi, sempre attuali: Murano, Burano e Torcello, che con una giornata di sole invernale splendono; due o tre giorni a Venezia; o perché no, un giro a Udine, la mia città. Se passate da queste parti, scrivetemi in DM che vi do qualche dritta in più su cosa fare.
Per chi invece ha la mente sempre a Oriente qui c’è dell’altro.
Quando e dove andare in Thailandia in base al periodo
Itinerario in Thailandia del nord, e del sud: le tappe da includere nel vostro viaggio
Phi Phi Island, al largo di Phuket, arcipelago da non perdere se potete partire in inverno
Sri Lanka, tutte le cose più importanti da vedere e consigli per un itinerario di 10 giorni circa
E qui invece cosa vedere in Vietnam del nord e centro, sempre per un viaggio di 10-12 giorni.
🔗 Tips & Links
Un libro che sto leggendo ora e mi sta appassionando: La Cina in Vespa di Giorgio Bettinelli, viaggiatore e giornalista italiano che ha fatto dei viaggi incredibili su due ruote. Di suo avevo già letto il primo libro: In Vespa, da Roma a Saigon. Esilarante, intenso, memorabile. Ve li consiglio entrambi.
In tema di libri, cercate qualche titolo per le domeniche invernali in poltrona o per un regalo da fare a qualche altro viaggiatore impenitente, c’è una piccola sezione sul blog. Mi ripropongo sempre di ampliarla, prima o poi ci riuscirò.
Infine, se avete in programma un weekend fuori porta, con Civitatis potete prenotare dei free tour guidati in città, in italiano. Provate a dare un’occhiata.
Io sono Elisa Malisan, mi occupo di marketing e comunicazione, e questa che stai leggendo è EliMail, la newsletter del mio blog di viaggi. Per questo numero ho deciso di iniziare con un’auto-citazione, come il peggiore dei markettari, presa da un mio post su Instagram. Ma i 2.200 caratteri di un post e la rapidità con cui si sovrappongono sui social non si accordano con il mio modo di viaggiare, né di scrivere, per questo preferisco ritagliarmi dei momenti di lentezza per il blog e questa newsletter.
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Non si vince nessun premio, ma sarei molto felice di raggiungere questo piccolo traguardo. 💛
Prima di salutarci, ti ricordo che se hai già in programma la prossima destinazione, per te c’è uno sconto: -10% immediato sull’assicurazione viaggi con Heymondo1. È valido su tutte le polizze: viaggio singolo, copertura annuale (tutti i viaggi che vuoi, per 12 mesi) e viaggio di lunga durata (3 mesi o più). Puoi attivarla anche se hai dimenticato di farla prima di partire e stai leggendo EliMail da molto lontano.
A presto,
Elisa
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